Siamo tutti Pippi Calzelunghe? L’ideale di studente di lingua straniera in due manuali di italiano per svedesi - Francesco Vallerossa

Siamo tutti Pippi Calzelunghe?

L’ideale di studente di lingua straniera in due manuali di italiano per svedesi

di Francesco Vallerossa

Il manuale di lingua in contesto guidato

In contesti di apprendimento guidato, le opportunità di contatto con la lingua straniera sono per lo più quelle offerte dal docente di lingua e dal materiale didattico, soprattutto il manuale di lingua straniera. Il manuale, oltre a rappresentare un’indispensabile fonte di input, contiene spiegazioni di varia natura sulla grammatica della lingua tecnicamente definita come target, cioè quella lingua che ci si appresta a imparare. Queste spiegazioni possono assumere forme differenti: da vere e proprie sezioni dedicate alla presentazione diretta di regole, e annesse eccezioni, ad approfondimenti in cui gli apprendenti, a partire da esempi contenenti indizi resi più o meno espliciti, sono stimolati a ricostruire una determinata regola.

Da un lato, queste differenti modalità di presentazione della grammatica offrono al docente di lingua, didatticamente parlando, possibilità e limiti nel trattare argomenti grammaticali. Dall’altro, forniscono all’apprendente altrettanti modi di ricostruzione, o co-costruzione, di tali regole. In un’ottica più generale, si potrebbe dire che le sezioni dedicate alla trattazione della grammatica veicolano differenti prospettive sull’apprendimento linguistico e sui diversi ruoli ricoperti dal discente e dal docente.

In questo percorso si mettono a confronto due sezioni dedicate alla spiegazione della grammatica in due manuali di lingua italiana per stranieri. Entrambi i manuali sono ampiamente diffusi in Svezia ma hanno come target due tipi differenti di studenti: uno dei manuali, Ciao, è infatti ritagliato sullo studente svedese mentre l’altro, Nuovo Espresso, è più genericamente destinato ad uno studente straniero, indipendentemente dalla sua madrelingua.

L’italiano in Svezia

Nel sistema scolastico svedese si può studiare la lingua italiana nelle scuole secondarie. Tuttavia, l’italiano non è mai la prima lingua straniera, di norma l’inglese, né la seconda lingua straniera con cui gli studenti entrano in contatto, che può essere lo spagnolo, il tedesco o il francese. Solitamente, lo studio dell’italiano si colloca nella scuola secondaria di secondo grado, quando gli studenti hanno circa 16-17 anni, e può avere una durata di due o tre anni. Al termine degli studi scolastici, lo studente raggiunge un livello di competenza corrispondente, in linea di massima, a quello del principiante nel Quadro Comune Europeo di Riferimento. Il raggiungimento di tale livello costituisce un prerequisito d’accesso agli studi universitari di lingua italiana. Uno dei due manuali, Ciao 2, è largamente utilizzato in contesto scolastico.

In ambito universitario, lo studio della lingua italiana si articola generalmente su tre o quattro livelli, ciascuno dei quali della durata di un semestre accademico e corrispondente a 30 crediti universitari. Nei primi livelli il focus è sulla grammatica e sulla produzione, sia scritta che orale, mentre nei livelli più avanzati si introducono studi di tipo linguistico, letterario ed acquisizionale. Nel caso in cui gli studenti siano sprovvisti di studi liceali di italiano, è possibile soddisfare i requisiti di accesso allo studio universitario dell’italiano tramite corsi preparatori spesso offerti dallo stesso ateneo (in svedese förberedande kurser). È proprio in questi corsi che il manuale Nuovo Espresso 1 è solitamente adottato.

                                                                                                              .     

  Fig. 1 e 2 Le copertine dei due manuali di lingua analizzati

Le difficoltà legate al passato prossimo

Confrontiamo le sezioni di grammatica in cui i due manuali trattano il passato prossimo. È molto interessante osservare la spiegazione di questo tempo verbale dal punto di vista della didattica acquisizionale, cioè di quella disciplina che, a partire dai risultati della ricerca sull’apprendimento linguistico – in gergo tecnico la linguistica acquisizionale – ricava tecniche e metodi utili all’insegnamento. Di norma, il passato prossimo è una delle prime forme verbali ad essere apprese dal discente straniero e, di conseguenza, la sua trattazione didattica è introdotta relativamente presto rispetto a quella di altri tempi verbali, come l’imperfetto o il futuro.

Nonostante la sua precoce trattazione, questo tempo verbale presenta varie difficoltà. Il passato prossimo si forma con l’indicativo presente degli ausiliari dei verbi essere e avere e il participio passato del verbo da coniugare. Questo presuppone una conoscenza della coniugazione dei verbi al presente, in particolare degli ausiliari, e delle regole di costruzione del participio passato. Inoltre, la selezione dell’ausiliare non è fortuita: solitamente, i verbi inaccusativi richiedono l’ausiliare essere mentre gli inergativi si formano con l’ausiliare avere. Infine, con l’ausiliare essere, bisogna prestare attenzione alla concordanza di genere e numero del participio passato.

Se si passa poi ai contesti di utilizzo, il passato prossimo concorre per così dire con altri tempi passati, come l’imperfetto e il passato remoto. La scelta di un tempo verbale adeguato è dettata infatti da diverse componenti: la distinzione tra un passato prossimo e un imperfetto è di natura aspettuale, ha a che fare insomma con il tipo di prospettiva, conclusa o meno, attraverso cui il parlante vuole presentare la situazione. Invece, quella tra un passato prossimo e un passato remoto riguarda la distanza temporale di un evento, una distanza che può essere sia reale che psicologica. Inoltre, la preferenza tra questi due tempi richiede riflessioni di natura sociolinguistica, come la diversa alternanza di passato prossimo e remoto nelle varietà d’italiano settentrionale e meridionale. Questi ed altri elementi, come quelli legati alla coerenza testuale, contribuiscono alla complessità della trattazione del passato prossimo.

Il passato prossimo nei manuali Ciao 2 e Nuovo Espresso 1

Una volta selezionati i manuali, sono stati osservati gli indici da cui sono state individuate due sezioni, una in ciascuno dei manuali, che affrontavano la trattazione del passato prossimo.

Nel manuale Ciao 2, si può suddividere lo spazio dedicato alla trattazione del passato prossimo in quattro parti: la sezione intitolata “Guardate” invita gli studenti a cercare le forme di passato prossimo in un testo precedentemente presentato, offrendone una traduzione in svedese. A destra di questa sezione compare un riquadro dal titolo “Attenzione!”, dove sostanzialmente viene indicato al discente che al passato prossimo italiano corrispondono ben due tempi verbali svedesi, il perfekt e l’imperfekt. Nello specchietto “Grammatica”, la costruzione del passato prossimo è affidata alla coniugazione del verbo avere accompagnata dal participio passato di tre verbi regolari, le cui terminazioni verbali sono presentate in grassetto (trovato, conosciuto, sentito). L’espediente di marcare le terminazioni in grassetto è ripreso nella presentazione, in alto, dell’infinito dei tre verbi (trovare, conoscere, sentire). Nel riquadro accanto, “Per riflettere”, sono poste tre domande:

A. Cos’è che già riconosci nella modalità di coniugazione?

B. Cos’è diverso quando coniughi i verbi in -are, -ere e -ire al passato prossimo?

C. Non abbiamo trovato l’hotel.

            1. Traduci la frase.

            2. Cerca di formulare una regola sulla posizione di non con il passato prossimo.

Nel manuale Nuovo Espresso 1, la trattazione del passato prossimo è riservata ad una sezione denominata “comunicazione e grammatica”. Ad un primo focus definito “Per comunicare” dove sono forniti esempi concreti di utilizzo del passato prossimo segue la sezione “Grammatica”, visivamente suddivisa in due colonne: sul lato sinistro si trovano enunciati contenenti il passato prossimo dove, in grassetto, sono evidenziati diversi elementi. Nel primo esempio sono presenti due forme di passato prossimo, una costruita con l’ausiliare essere e l’altra con avere (Sono arrivato a Bolzano e ho visitato il museo).

                                                                     .    

Fig. 3 e 4 Le sezioni dedicate alla presentazione del passato prossimo nei manuali di italiano Ciao 2 e Nuovo Espresso 1

Questo primo esempio è seguito da tre verbi tra parentesi (andare, avere, dormire) coniugati rispettivamente in tre frasi (sono andato/-a a Milano; ho avuto molto da fare; ho dormito tutto il giorno). A seguire, una frase (Ho pranzato in un ristorante tipico) separata rispetto ad altre sei (Dopo cena sono andato al cinema; Davide è andato a Stromboli; Daniela è andata a Bolzano; Davide e Daniela sono andati in vacanza; Daniela e Maria sono andate al lavoro; Abbiamo fatto colazione tardi). Nella colonna di destra sono presentate, in modo esplicito, le regole grammaticali, sebbene la corrispondenza tra gli enunciati a sinistra e la rispettiva regola a destra non sia del tutto chiara visivamente. Alcune regole fanno riferimento alla formazione del passato prossimo (il passato prossimo si forma con il verbo avere o essere + il participio passato), altre alla scelta dell’ausiliare (Per molti verbi di movimento si usa invece essere), altre infine alla concordanza del participio [Quando si usa il verbo essere per il passato prossimo, il participio concorda in genere e numero con il soggetto (-o, -i, -a, -e)]. A concludere la trattazione, una serie di participi irregolari e uno specchietto che invita a visitare il sito della casa editrice per conoscere alcune curiosità sulla scelta dell’ausiliare.

Conclusioni

Nonostante l’evoluzione dei mezzi e delle tecnologie di comunicazione di massa offra svariate opportunità di contatto con le lingue straniere, il libro di testo continua di fatto ad essere un punto di riferimento essenziale per docenti e studenti, soprattutto nelle sezioni dedicate alla trattazione della grammatica. Malgrado le apparenti somiglianze nella trattazione del passato prossimo, come il ricorso ad espedienti grafici per marcare il participio passato, l’analisi dei due manuali adottati in Svezia ha rivelato due modalità di approccio differenti alle spiegazioni grammaticali. Da un lato, l’esposizione riservata al passato prossimo nel manuale Ciao 2 è affrontata in modo implicito, stimolando lo studente alla formulazione di ipotesi e indirizzandolo, tramite domande dirette e sussidi grafici, alla costruzione della regola grammaticale. Le regole sulla formazione del passato prossimo sono assenti, eccetto l’indicazione sulla mancata corrispondenza dei tempi verbali tra lo svedese e l’italiano. La trattazione nel manuale Nuovo Espresso 1 si articola su due poli, la comunicazione e la grammatica, e sulla loro interconnessione. L’esempio di lingua, verrebbe da dire autentico, è funzionale alla presentazione della regola e delle sue eccezioni, presentate all’apprendente in maniera tassonomica. Sebbene entrambe le tipologie di spiegazione possano essere efficaci nella trattazione di argomenti grammaticali, nella scelta del materiale didattico è sempre utile interrogarsi sul profilo dell’apprendente e sulle sue necessità. In questa sede, come in altre analisi di libri di testo svedesi, il profilo di apprendente a cui si rivolge il manuale ritagliato sul discente svedese è essenzialmente autonomo mentre le spiegazioni di grammatica sono fondamentali nel manuale rivolto a studenti stranieri. In tal senso, verrebbe quasi da dire che l’ideale di apprendente svedese riflette i numerosi esempi della letteratura del Paese scandinavo, come Pippi Calzelunghe o Nils Holgersson, capaci di autodeterminarsi e sovvertire le regole vigenti. Sulla falsariga di questi modelli, l’apprendente svedese non solo è legittimato ma viene quasi stimolato alla formulazione della propria regola grammaticale. 

Per saperne di più:

Emanuali Banfi & Giuliano Bernini, Il verbo, in Anna Giacalone Ramat (a cura di), Verso l’italiano. Percorsi e strategie di acquisizione, Carocci, Roma, 2001, pp. 70-115.

Camilla Bardel, L’italiano in Svezia, in Pierangela Diadori (a cura di), La DITALS risponde 3, Guerra Edizioni, Perugia, 2005, pp. 191-197.

Davide Delle Chiaie, L’italiano in Svezia: Uno studio empirico sulla diffusione della lingua e della cultura italiane, Tesi di Master, Università per Stranieri di Siena, 2019.  

Marie-Louise Sanner, Ciao 2, Stoccolma, Natur & Kultur, 2012.

Francesco Vallerossa, Learning aspect in Italian as a third language. Transfer patterns among multilingual learners in the Swedish context, Tesi di dottorato, Università di Stoccolma, 2023. 

Luciana Ziglio & Giovanna Rizzo, Nuovo Espresso 1, Firenze, ALMA edizioni, 2014.

 

 

Promotori del progetto

Unistrasi Unimi Unipi Unitus

Partner

Unistrasi Unimi